La depressione e i disturbi depressivi: diagnosi e trattamento

Umore e disturbi dell’umore

L’umore è sia una tonalità di base dell’affettività, e in quanto tale è una caratteristica costante della personalità con tratti di durevolezza e relativa indipendenza dalle situazioni e dagli stimoli ambientali, sia uno stato dell’umore che varia per la stessa persona da momento a momento a seconda dei pensieri e delle situazioni esistenziali di volta in volta vissute. Ognuno di noi sperimenta un certo grado di malinconia, di tristezza, di infelicità; esso però assume tratti patologici quando oscilla al di là delle soglie compatibili con l’importanza della situazione di gratificazione o di frustrazione vissuta dal soggetto.

Disturbi dell’umore sono un insieme di disturbi psichiatrici che hanno come caratteristica predominante l’alterazione del tono dell’umore; nonostante un certo grado di malinconia sia da considerarsi normale, si parla di Disturbo dell’umore quando non si riesce più a ripristinare un adeguato equilibrio.

Sebbene siano tra i più diffusi disturbi psicologici, se non vengono diagnosticati tempestivamente e trattati adeguatamente (sia psicologicamente che, quando necessario, farmacologicamente) disturbi di entità lieve possono assumere connotati disabilitanti.

I Disturbi dell’umore vengono classificati in due grandi categorie: i Disturbi depressivi o Depressione unipolare (Disturbo depressivo maggiore, Disturbo distimico) e i Disturbi bipolari (Bipolare I, Bipolare II, Disturbo ciclotimico). Vi sono poi altre forme di Disturbi dell’umore.

Articolo originariamente pubblicato su La Mia Psicologia, un progetto a cura della Dr.ssa Sara Dell’Aria Burani.
Autore: Dell’Aria Burani, S.

Il disturbo depressivo maggiore

Nel corso della vita circa il 4,4% della popolazione è colpita da Disturbo depressivo maggiore (o Depressione maggiore), rendendolo così uno dei più comuni disturbi psichiatrici. La caratteristica essenziale di tale disturbo è la presenza di uno o più episodi depressivi maggiori che possono succedersi a distanza di molti anni o di pochi mesi. In genere, il disturbo depressivo maggiore è ricorrente, con un rischio di ulteriori episodi che aumenta a ogni recidiva. La periodicità delle ricorrenze è varia e generalmente non prevedibile.

L’episodio depressivo maggiore può esordire e concludersi con gradualità o in modo brusco ed ha i seguenti sintomi:

  • Umore depresso
  • Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività
  • Significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno
  • Insonnia o ipersonnia
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
  • Faticabilità o mancanza di energia
  • Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati
  • Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi o indecisione
  • Pensieri ricorrenti di morte o di suicidio

La caratteristica essenziale del Disturbo distimico è un umore cronicamente depresso, presente per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno per almeno 2 anni.

La persona si descrive come triste o “giù di corda”. I sintomi principali evidenti quando la persona è depressa sono:

  • Scarso appetito o iperfagia
  • Insonnia o ipersonnia
  • Scarsa energia o astenia
  • Bassa autostima
  • Difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni
  • Sentimenti di disperazione

La distimia è considerata da alcuni una forma di depressione cronica di grado lieve, capace, però, a causa della sua velata persistenza di incidere enormemente sullo stile e sulla qualità di vita dell’individuo che ne è affetto.

Trattamento dei disturbi depressivi

trattamento-depressione

Il trattamento dei Disturbi depressivi deve sempre essere preceduto da degli incontri con uno psicologo al fine di ottenere una attenta valutazione diagnostica (psicodiagnosi) che verifichi sia il tipo di disturbo/disagio che una eventuale patologia coesistente (ad esempio un Disturbo depressivo). In seguito alla diagnosi, si mira a comprendere la causa del Disturbo dell’umore e ad individuare la strategia più idonea per affrontare i sintomi.

L’approccio cognitivo-comportamentale (TCC o Psicoterapia cognitivo comportamentale) postula che all’origine dei disturbi vi è una modalità di pensare che influenza in modo negativo l’umore e il comportamento della persona. La TCC, quindi, mira ad aiutare i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, e sostituirli e/o integrarli con convinzioni più realistiche e funzionali al proprio benessere psichico. Agendo attivamente sui propri pensieri e sui propri comportamenti è così possibile affrontare e superare molte difficoltà e problemi che causano dolore, sofferenza e malessere.

Per quanto riguarda i Disturbi depressivi, presupposto della TCC è che il modo con cui la persona guarda (valuta) sé stessa, gli altri e il mondo sia alla base e sia il principale fattore di mantenimento del disturbo. In sintesi, scopo del percorso è di intervenire sia a livello comportamentale (ristabilire i precedenti livelli di attività, riprendere le proprie relazioni sociali e lavorative, ecc.) e cognitivo (identificare e modificare il proprio modo di valutare – pensare – se stessi, gli altri e il mondo).

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